"tagliare roma" scritto da Testa Alessandra il 15/07/2009
Abbiamo tagliato Romacome una torta di cupole
e una crostata di popoli.
Come la crepa di un terremoto che illumina
civiltà e divinità sepolte
Abbiamo navigato l'Aniene
e siamo tornati al Tevere
senza grossi velieri e senza remi.
Abitudine, oramai, ma passionale.
Come un momento in cui guardi negli occhi
l'uomo di sempre e pensi chi è?
Come un bacio che violento e nervoso
parte dallo stomaco e trova pace
solo sui contorni di labbra giuste!
Corriamo..
sulla vuota Salaria,
spalmando sudore sulla tangenziale nord.
entriamo nei visceri di Villa Ada
dove i sentieri ci carezzano i tendini.
Dove profumi del passato mi chiudono i polmoni..
e amplificano emozioni!
..ma poi sorrido
a Gregorio, amico peloso,
alla bici Graziella e alla Vespa,
agli anni di università...
e stringo i denti pensando a te...
Naturalmente!
Ma è ora di ridere
ai provini improvvisati
di futuri pegasuzzi
compagni di corsa
.. al taglio trasversale
di Viale Regina Margherita e Via Veneto.
... ai rovi che proprio
tu non riesci a schivare
e alla benedizione di “Benedetto”
almeno corriamo in pace!
Sorseggiamo..
dissetati dalle bocche di mille
angeli e draghi ...
passiamo sotto
mille porte... lasciamo indietro
archi piazze e colonne..
Vorrei non fermarmi mai
e correrla tutta questa incredibile città
vorrei salire veloce sulle scale del Campidoglio
per arrivare in cima a questo piccolo colle
e vedere
i soliti sposi
esplodere come bolle di paesaggio
nella pupilla destra
distratta solo un attimo.