"Un lungo, lungo il Tevere" scritto da Varone Roberto il 27/10/2010
E’ ancora notte quando mi alzo. In silenzio inizio ad officiare il rituale preparatorio, bagno, raccolta indumenti da indossare, scelta delle scarpe, preparazione colazione. Solo caffè per oggi, meglio evitare per non avere problemi durante l’allenamento. Il freddo timbra i primi cartellini di presenza. Tutto è pronto e allora non resta che uscire e restituire la casa al giusto silenzio della mattina domenicale. Arrivo all’appuntamento abbastanza puntuale e fatta l’ultima curva, ecco dei puntini luminosi che si muovono agili come lucciole e allora riconosco gli amici con i quali dividerò questa nuova e magnifica esperienza domenicale: Paolo, Alessandra,i Saccà, Giuseppe, Attilio con il suo amico(non me ne voglia se non ricordo il nome). Indosso il GPS e subito inizia il viaggio. Scendiamo subito sulle rive del nostro grande e amato biondo Tevere che sornione inizia il suo risveglio. Ci saluta con la sua voce appena udibile mentre noi, con le nostre ugole, diamo il buongiorno a gabbiani, anatre e altri abitanti più o meno nascosti. L’inizio è come sempre allegro, le risate sempre presenti. Anche i primi “ Pit stop” sono in preventivo e sgranano il gruppo solo per il tempo del cambio liquidi. La luce inizia con il suo rapido compito giornaliero, a colorare strade, piazze, palazzi e monumenti dapprima con colori pastello, tenui e appena accennati per poi ripassare tutto con tinte forti e piene. Ecco l’isola Tiberina e subito dopo il cuppolone seguito dal grande mausoleo con gli angeli che sorvegliano il ponte di accesso. Iniziano gli incontri, un clochard che dorme e un altro appena svegliato, 3 gabbiani incuriositi ma guardinghi e finalmente un altro amante della corsa che ci saluta con un gesto del capo, mentre dall’alto iniziano a giungere i segni del risveglio della città. Decidiamo di risalire e lasciamo le rive del fiume che continuiamo però a costeggiare. Ecco Finalmente una fontanella per una rapida bevuta e poi di nuovo in corsa verso la prossima tappa: Ponte Milvio. Si riprende il cammino ed eccoci tutti magicamente immersi in un mondo tutto verde dove al centro una striscia rossiccia disegna il percorso. Cambia la fauna: un cane, pecore, cavalli un pastore e numerosi ciclisti della domenica che iniziano a popolare la loro pista. Eccoci al giro di boa e iniziano i problemi. I piedi presentano il conto e la scelta delle scarpe conferma quanto già sapevo: stringo i denti e arrivo nuovamente a Ponte Milvio. Si riprende la marcia e iniziano i calcoli su tempi di percorrenza e distanza ancora da percorrere e quando finalmente si arriva, le voci prima e i volti immediatamente dopo, mi confermano che anche questa volta sono arrivato. Rapido saluto, cambio d’ abiti e ritorno a casa con la certezza di aver portato a termine anche questa volta, il compito che avevamo preventivato. Grazie a tutti gli amici e ai loro consigli, grazie a me e grazie alla nostra grande Roma che da buona e vecchia amica, ci ha accompagnato in questa nuova splendida e indimenticabile avventura.Roberto.