"Vico nel Lazio" scritto da Testa Alessandra il 31/08/2010
La prima sensazione che percepisco la mattina presto a Vico nel Lazio, quasi prima dell'arrivo del primo organizzatore, è strana. E' uno dei luoghi a me familiari, sicuramente il più familiare in cui mi è capitato di correre. Ovunque lo sguardo vada a finire, la mia mente gli associa un nome. Il piazzale (di un cimitero!!!) che sarà luogo della partenza, della premiazione e del pranzetto successivo, si apre come un terrazzo su splendidi panorami di colline e paesi a me cari. Vedo Fumone, un bellissimo borghetto medievale, chiuso al traffico, dove il tempo sembra essersi fermato a centinaia di anni fa, dove ho trascorso piacevoli serate....mi sembra quasi di sentire l'odore delle splendide ciambelle al limone del piccolo forno all'entrata del paese. Poi vedo Guarcino, mille pizze bianche col prosciutto di Erzinio, mille passaggi per arrivare a Campocatino a sciare o a giocare con la neve, o a guardare le stelle le notti di San Lorenzo. Poi ancora Alatri, dove sono cresciuta, e le montagne:alle spalle La Monna, la Rotonaria e lì in fondo in fondo si vede addirittura Monte Cacume, so che lì dietro c'è il mare. Mi sembra così strano correre qui, oggi! Vedo il mio amico Marco che mi comunica che non correrà, per un problema alla schiena, lo prendo in giro dicendogli che ha paura che una donna lo batta....lui mi dice che, in compenso canterà una canzone...dedicata alla corsa....vabbè!!!Scoprirò che lui ha ideato il percorso, e solo dopo capirò perchè non ha voluto correre(!). E' presto, lo so, ma sapevo anche che la “truppa” che aspetto da Roma è puntualissima( tranne Roberto che riesce ad arrivare tre minuti prima della partenza...il solito mito!) e non volevo rischiare di arrivare dopo di loro, sarebbe stato scortese dormire troppo!!Ci scaldiamo, arriva la mia amica Roberta, “Cocca” per me, con il suo piccolissimo Luigi, “Gigio” per me...mi emoziono. La corsa è organizzata anche in memoria della sua mamma, morta 7 anni fa, correva, anche lei, anche Maratone e quando ho iniziato a correre io, due anni fa, Cocca è sempre stata l'unica che capiva...e non è facile avere a che fare con un runner...si sa! Solita routine( pettorale, riscaldamento, allaccio scarpe, puntatina dietro un cespuglio...) e via, primo sparo un minuto di silenzio....sento il mio cuore in gola...secondo sparo..si parte! Salita, immediata e senza sconti, si va verso il paese, io lo chiamo il paese dei Puffi, con quelle porte e quelle finestre così piccole, Paolo, poi scherzando dirà che lui lì si sente a suo agio...(eh eh)...San Pietrini (o Sampietrini chissà!), scale, poi discesa...infinita, per la prima volta mi stanco della discesa, per la prima volta capisco che si può faticare anche in discesa, per la prima volta capisco che anche se sembra molto più facile della salita, non lo è..neanche lei e... la vita è proprio strana!! Corro, ho un dolore sordo al polpaccio destro, ma corro, respirando quell'ossigeno in più dell'aria di casa e sperando di arrivare prima stavolta, magari di trovare qualcuno all'arrivo ad aspettare proprio me.Gli ultimi due Km e mezzo sono stati durissimi, salita salita e sempre salita,mi volto un attimo e vedo la seconda donna, e mica è tanto lontana! Convinta, convintissima che in salita mi raggiungerà, cerco di mantenere un minimo di passo decente...e corro, qualcuno si ferma, altri continuano tenaci come me. Arrivo, in effetti sono la prima..Paolo mi incita, grazie mille!, abbraccio Marco, maledicendo il suo splendido percorso...abbraccio Cocca, le dico “E' per te”....
La giornata è continuata benissimo e non vi sto ad annoiare, con pranzi, gite, sagre e abbazie, ma correre in casa e dedicare una piccola vittoria a Cocca e al suo bimbo è stata per me una vittoria grandissima...grazie a chi è venuto da Roma credendo che ne valesse la pena...
Credo da sempre che la corsa sia tutto: competizione, tenacia, allenamenti e regole ma anche e soprattutto passione e condividere momenti importanti ed emozionarsi è il risultato più importante che c'è.